Vino tipico della Sardegna Arversiniadu

Un vino può avere il colore del topazio, del rubino, del brillante;
profumare di fiori e di frutta matura; dare piacevoli sensazioni, di pienezza e perfezione.
Manessun vino è buono come quello del proprio paese dove si è nati e cresciuti; quel vino ha il colore delle feste, il profumo di antichi ricordi, il sapore dei rimpianti.
Ma è quello il miglior vino, quello di casa nostra.


L'arvesiniadu ed il territorio
L'Arvesiniadu, vitigno autoctono del Goceano, rischiava di scomparire, ma agli inizi degli anni Novanta un gruppo di pionieri ha deciso di incentivarne la coltivazione.
Tradizionalmente coltivato ad alberello,aveva necessità di un sostegno (sa raiga), in quanto i tralci, pur tanto vigorosi come crescita annuale erano molto deboli perché assolutamente esili e delicati.
Il prodotto veniva generalmente utilizzato per completare gli uvaggi, non solo di mosti bianchi ,ma anche di mosti di uve rosse.
Col tempo si è pensato di sostituire il sostegno singolo con la spalliera bassa e si è tentata la vinificazione in purezza , Sono stati ottenuti ottimi risultati con la autorevole collaborazione degli esperti del Consorzio Interprovinciale della Frutticoltura di Cagliari e dell'Università di Sassari.

A wine can be the same colour of topaz, of ruby, of diamond; it can smell like flowers and ripe fruit; it can give pleasant feelings of intensity and perfection.
But no wine is as good as the one of the land where we are born and bred; that wine is the same colour of joy, smells like ancient memories and tastes like regrets.

Arvesiniadu and its region
The Goceano's vine "Arvesiniadu" ran the risk of disappearing, but in the early 1990's a group of pioneers decided to boost its cultivation.
It required a support (sa raiga) because the shoots were extremely frail and delicate; the product was generally used to complete grape blends, not only of white but also of red musts.
Later the single support was replaced with the low espalier and pure wine-making was tested.
Thanks to the cooperation of the experts of the University of Sassari and of the "Consorzio Interprovinciale della Frutticoltura" of Cagliari, good results have been achieved.